Si riparte!! Buon 2014!!
l'Artista Visitatore
domenica 5 gennaio 2014
martedì 7 maggio 2013
LA NEVE
“La
neve, la neve !!” Le grida di gioia si incrociano da una casa all’altra di via
Coletti a Treviso. La felicità è alle stelle per grandi e piccini. Per prima
cosa sto inginocchiata su di una sedia davanti alla finestra. Che spettacolo !
I fiocchi si depositano piano piano sul mio giardino ingoiando ogni colore.
Comincio a sentire i primi brividi, anche se la casa è riscaldata dal
termosifone a carbone che pochi possono permettersi. Ma ecco che mi viene in
mente Fortunello, il mio bambolotto, il mio unico compagno di giochi. “Dove
sei, dove sei Fortunello?”. Ecco, lo copro, lo riscaldo, gli faccio una casetta
per protezione usando le coperte per lo stiro e così lo tengo caldo per tutto
il giorno. Che cosa potevo desiderare di più? Sono felice e aspetto con ansia
l’arrivo di mia madre che, insegnante fuori città, a fatica rientrava nel buio
del pomeriggio con tutta quella neve.
N.A.
giovedì 18 aprile 2013
Jean Fanté
Treviso 1936. Drinn! Drinn! Il CAMPANELLO. Chi sarà ?
Un signore a mo’ di botte su cui troneggiava un volto rubicondo ed ancor di più un naso a peperone. Chiede della mamma. Io, con un certo garbo, lo faccio entrare, lo invito a sedere e comincio ad intrattenerlo poiché la mamma era impegnata.
La conversazione continua con gran divertimento del signore. Ad un certo punto la mia curiosità esplode:” Spiegami un po’ , perché hai quel naso cosi grosso e rosso?” . Il signore cerca una risposta ,balbetta nell’imbarazzo che si é venuto a creare. Ma ecco i passi di mia madre. “non dirlo alla mamma, sai!. E poi tutta composta mi metto a sedere come se nulla fosse . Era Jean Fantè il professore di francese di mia madre. Baci, abbracci e qualche lacrimuccia di commozione.. Prima di congedarsi, il professore mi dà una occhiata di intesa ed esclama: “Lei ha rivolgendosi a mia madre proprio una bambina simpatica, complimenti!”.
N.A.
domenica 3 marzo 2013
giovedì 26 aprile 2012
A CASA MIA
A casa mia in cucina grandeggiava una carta geografica tutta parete: è la carta d’Europa. Io sono l’orgoglio del babbo perchè così piccola conoscevo tutte le capitali. All’ora del giornale radio comincia in casa mia lo spostamento delle bandierine lungo il fronte. Le lettere dei nostri soldati parlano a lungo della vittoria; qualcuno si azzarda in lingua friulana a scrivere INDAUR e la censura sottolinea la parola e da ordine di non rivelare il nome della località. In quei momenti in casa mia assistevo a momenti di allegria e di dolore ed io bambina mi comportavo come i grandi.
N.A.
venerdì 2 marzo 2012
Le gazze
Son ritornate a coppie le gazze
nei campi fumanti di nebbia
per rifare il loro nido sul ramo
dei vecchi pioppi nelle prodaie.
Nei fossi un velo di ghiaccio
rispecchia un timido sole
riscalda le zingare foglie
giunte col vento dell’inverno.
Nei boschetti schegge di legno
ai piedi delle ceppaie tagliate,
nel fango le tracce di rotaie
lasciate da ruote di carri stremati.
Nei primi albori della mattina
s’incrina il silenzio agli spari
d’un fucile da caccia che stacca
dall’albero uccelletti migratori.
Si perdono in queste campagne
gli amori dell’inverno, i tremori
dei giunchi rossi, i suoni ovattati
del tempo breve che passa,
mentre sull’orlo del cielo s’abbassa
una grandiosa nuvola rosa.
C.
mercoledì 28 dicembre 2011
PIERINA
Cara Pierina, ti aspettavo la mattina con ansia perchè eri l’unico diversivo della giornata.
Veniva dal paese di Ponzano, a pochi chilometri da Treviso e subito si metteva a cantare a squarcia gola ed a lucidare i pavimenti in ginocchioni. Per me era l’occasione di saltarle in groppa e così avevo l’impressione di galoppare e protestavo se si fermava a prendere fiato.
A fare la spesa correva volentieri perchè un giovane garzone, bello ed atletico, le faceva la corte e le diceva “belle paroline”. Lei era felice e ogni occasione era buona per andare in negozio, anche per un solo etto di conserva di pomodori.
Scoppia la guerra, e lui parte per il fronte, viene fatto prigioniero e mandato in India. La povera Pierina gli è fedele per 11 anni tra guerra e prigionia. Al rientro di lui dall’India, sia perchè erano passati tanti anni e qualche filo d’argento si intravvedeva tra i capelli bruni di lei, sia perchè il contatto con altre persone in prigionia lo aveva affinato, il bel giovane le dice “chiaro e tondo” che non intende sposarla. Il padre di lui lo rincorre con il fucile e alla fine lo caccia di casa per aver tenuto impegnata una ragazza per tanti anni. Alla fine per non perdere l’eredità minacciata dal padre, ritorna dalla Pierina ma lei non cede.
Noi eravamo tutti per Pierina la quale nel trasferimento nostro da Treviso ad Ancona disperata voleva seguirci. I miei non hanno accettato perchè non volevano che si sacrificasse per noi.
N.A.
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